Il diabete si manifesta anche nel respiro: il sintomo da non sottovalutare

Il diabete è una condizione sempre più comune, per cui è importante essere informati e conoscere i sintomi più comuni ma anche quelli insoliti. Alito compreso…  

Complice lo stile di vita e le abitudini alimentari prevalenti ai giorni nostri, il diabete è una condizione sempre più diffusa. Di qui l’importanza di essere informati e conoscere non solo i sintomi classici, ma anche quelli più insoliti e meno noti. A volte basta prestare un po’ di attenzione al nostro alito per accendere un campanello di allarme.

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La chetoacidosi diabetica può “anche essere la prima indicazione che si ha il diabete di tipo 1″(IlGranata.it)

Avete mai sentito parlare di chetoacidosi diabetica? Il termine descrive una reazione che avviene all’interno del corpo quando la mancanza di insulina provoca l’accumulo di chetoni dannosi nel sangue. Ebbene, un alito profumato di frutta è spesso un sintomo di chetoacidosi diabetica, condizione che può essere la prima indicazione del diabete. Ecco cosa dicono gli esperti di WeightWatchers, citati dal Mirror. 

Il sintomo del diabete da tenere sotto controllo

La chetoacidosi diabetica può anche essere la prima indicazione che si ha il diabete di tipo 1, fanno sapere da WeightWatchers, ma naturalmente l’alito che odora di frutta non è l’unico sintomo. Pelle arrossata, vomito frequente e difficoltà respiratorie sono altri campanelli di allarme assolutamente da non sottovalutare.

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Sintomi del diabete: attenzione a questi – ilgranata.it

Inoltre, il diabete è anche in grado di causare l’alito cattivo, dato che la malattia può portare a livelli più elevati di glucosio in bocca. I sintomi più comuni del diabete sono invece la sete insaziabile, urinare più del normale, ma anche tagli e ferite che richiedono molto tempo per guarire.

La ricerca intanto continua a fare importanti passi avanti anche su questo fronte. La chirurgia di bypass gastrico può essere il trattamento più efficace per curare il diabete di tipo 2, secondo uno studio che è stato presentato al meeting annuale dell’American Society for Metabolic and Bariatric Surgery a Las Vegas, negli Stati Uniti. Il trattamento si rivela più efficace nei casi in cui la malattia viene scoperta prima. Circa la metà delle persone obese con diabete di tipo 2 coinvolte nello studio sono state in grado di trattare la malattia 7 anni dopo l’intervento chirurgico.

“Dopo un singolo trattamento, avrai il 51% di probabilità di guarire dal diabete e di non dover più assumere alcun farmaco”, afferma Omar Ghanem, uno dei responsabili dello studio. I risultati sono stati più promettenti nei casi in cui i pazienti non avevano ancora assunto molta insulina o altri farmaci, così come in situazioni in cui i livelli di zucchero nel sangue erano più controllati. “Più peso i pazienti perdevano, maggiore era la possibilità di remissione, ma questo non era l’unico fattore. Alcuni dei pazienti non hanno perso tanto e sono comunque riusciti a guarire”.

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