Perché scrocchiano le ossa e in quali casi bisogna preoccuparsi

Spesso dimentichiamo che se ci reggiamo in piedi e riusciamo a compiere la più banale azione, è perché sotto la pelle e i muscoli abbiamo uno scheletro fatto di ossa. Guai a trascurarlo…    

Non sole le dita delle mani, ma anche il collo, le spalle, i gomiti, i polsi, le ginocchia, le caviglie e via articolando. Le nostre ossa si spostano continuamente per assecondare i movimenti del corpo a suon di “crac”. Spesso, se siamo in compagnia, la cosa può anche destare un certo imbarazzo, ma tant’è. Da cosa dipende, e cosa significa? Scopriamolo insieme.

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La radiografia di una mano analizzata da uno specialista – Foto ANSA – IlGranata.it

Diciamo subito che quando si verifica il fenomeno appena descritto non sono le ossa a scrocchiare, bensì le articolazioni. Queste ultime mettono infatti in comunicazione due o più ossa consentendoci di compiere movimenti più o meno ampi. Si parla infatti tecnicamente di “scrocchio articolare”. E non sempre va preso sottogamba.

La “musica” delle nostre ossa

Ci sono diverse teorie sulle cause dello scrocchio durante i movimenti articolari. La più diffusa parte dal presupposto che il liquido sinoviale è composto da diversi gas (ossigeno, azoto, anidride carbonica) i quali, quando avviene il movimento e la capsula articolare è particolarmente allungata, possano accumularsi nello spazio vuoto e “scoppiare” come una bolla, provocando il singolare rumore.

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Uno scheletro umano risalente a 10mila anni fa – Foto ANSA – IlGranata.it

Secondo altre teorie, invece, gli scrocchi sono dovuti allo spostamento di tendini e legamenti sulle superfici delle ossa durante il movimento. La buona notizia è che in nessun caso si configura una condizione patologica, a meno che il “crack” sia accompagnato da dolore (anche cronico). È il caso dell’artrosi, la patologia articolare più diffusa al mondo (colpisce circa 1 adulto su 10 e la metà degli over 60).

Nei soggetti affetti da artrosi le articolazioni compromesse presentano assottigliamenti e deformazioni delle cartilagini che, nei peggiori dei casi, causano contatti – più o meno dolorosi – fra le estremità ossee. Le articolazioni più colpite sono quelle sottoposte a maggiore usura e su cui grava il peso corporeo: vertebre lombari e ginocchia in primis.

I rimedi? Movimento, movimento e ancora movimento. Le nostre ossa hanno bisogno di alternare fasi di carico e fasi di scarico. Una stasi eccessivamente prolungata (come quando stiamo per ore davanti al pc) altera questo meccanismo e le naturali funzioni di ammortizzamento vengono progressivamente meno, con il conseguente innesco di processi degenerativi. Un’attivista fisica costante e corretta consente la lubrificazione e il nutrimento delle articolazioni prevenendone il decadimento.

Occhio, infine, a non lasciarsi prendere la mano dal “giochino” dello scrocchio. Se lo ripetiamo troppo spesso potrebbe diventare una vera e propria necessità. Non poche persone, per esempio, si ritrovano con le dita rigide e bloccate se non le scrocchiano in continuazione. Con le conseguenze in termini di infiammazioni che è facile immaginare.

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